Nell’articolo pubblicato nel n. 4/2015 della rivista Psicoterapia e Scienze Umane, Morris Eagle riesamina criticamente il concetto di controtransfert a partire dalla definizione di Freud sino alle posizioni più recenti. Se Freud concepiva il controtransfert come un ostacolo alla terapia, in séguito si è fatta strada una concezione allargata (o “totalistica”, come la chiamò Kernberg) che include non solo il “transfert dell’analista” (dovuto a un suo eventuale “residuo nevrotico”, cioè a conflitti irrisolti nel terapeuta che possono ostacolare la terapia, come intese Freud), ma tutte le reazioni, anche realistiche, nei confronti del paziente. Queste reazioni cioè non sarebbero un controtransfert in senso stretto, ma appunto risposte, anche legittime, al comportamento del paziente. Nei primi anni 1950 alcuni autori, tra cui soprattutto Paula Heimann in Germania ed Heinrich Racker in Argentina, hanno teorizzato come questo tipo di controtransfert non sia di ostacolo, bensì utile per farci conoscere meglio il paziente, il quale in questo modo ci permette di provare quello che lui prova, ad esempio tramite proiezioni o identificazioni proiettive. Alcuni autori hanno però estremizzato tale posizione postulando come il controtransfert ci permetta di conoscere “direttamente” l’inconscio del paziente. Queste posizioni estremizzate vengono criticate da Eagle, il quale mostra che se è stata giustamente abbandonata la concezione dell’analista classico come osservatore “obiettivo” che aveva un accesso privilegiato alla mente del paziente, oggi, ironicamente, la nuova concezione allargata del controtransfert ritorna in modo uguale e contrario rispetto alla posizione precedente: ora l’analista può direttamente conoscere il paziente basandosi su quello che prova nel controtransfert, e vecchie concezioni classiche (quali neutralità, schermo opaco, etc.) ritornano e si vendicano anche. Eagle quindi argomenta, anche sulla base di ricerche empiriche, come sia più giustificata una concezione moderata di controtransfert, né troppo ristretta né troppo allargata.
Morris Eagle fa parte della redazione della rivista Psicoterapia e Scienze Umane, su cui ha pubblicato numerosi articoli, ed è autore di vari libri, alcuni dei quali tradotti in italiano, tra cui Da Freud alla psicoanalisi contemporanea. Critica e integrazione (Raffaello Cortina, 2012), Attaccamento e psicoanalisi. Teoria, ricerca e implicazioni cliniche (Raffaello Cortina, 2013) e Verso una teoria psicoanalitica unificata. Le basi di una Psicologia dell’Io riveduta e ampliata (Raffaello Cortina, 2023).
Articolo pubblicato sulla rivista Psicoterapia e Scienze Umane, 2015, Volume 49, n. 4, pp. 535-572. Presentazione e traduzione di Paolo Migone.